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Lo Swimrun raccontato da un’atleta donna. Quattro chiacchiere con La Tommy

Lo swimrun è una disciplina sportiva che coniuga il nuoto e la corsa praticato in contesti naturalistici di rara bellezza. Ancora poco conosciuto nel nostro paese (le prime gare risalgono al 2014), sta però incontrando il favore di un numero di atleti sempre maggiore, attirati dalla libertà di poter correre e nuotare senza i vincoli imposti da altri sport.

Qualche tempo fa ho avuto il piacere di poter fare qualche domande ad Enrica, alias La Tommy, un’ appassionata di swimrun che mi ha spiegato come si è avvicinata a questa disciplina e cosa rappresenta per lei. Enrica si è avvicinata allo swimrun in seguito a un infortunio al ginocchio che l’ ha costretta a sospendere gli allenamenti di corsa e a dedicarsi esclusivamente alla piscina. Recuperato l’ infortunio, la passione per il nuoto non se n’è andata, anzi, è diventata la spinta per cimentarsi in qualcosa di nuovo: lo swimrun, appunto.

D. Quando e come ti sei avvicinata allo swimrun?

R. Una volta recuperato l’ infortunio al ginocchio che mi aveva obbligata al solo allenamento in piscina, cercavo uno sport che unisse entrambe le discipline, il nuoto, che era una mia passione fin da bambina, e la corsa. E così, dopo una prima garetta diciamo “goliardica” (per molti, ma non per tutti!) ho smanettato in rete e mi sono imbattuta nello swimrun. Ho poi continuato a documentarmi fino a quando ho conosciuto gli amici di Swimrun Cheers e con loro ho fatto il mio primo test di swimrun…Parliamo di circa tre anni fa ma ricordo ancora quel giorno come se fosse ieri!

lo swimrun raccontatao da una donna

D. Raccontaci di quella giornata…

R. Eravamo in quattro e con un meteo orrendo: pioggia e cielo nuvoloso! Inoltre, era la prima volta che nuotavo in un lago ed in acque libere, infatti, da amante del mare quale sono, ne ho sempre avuto anche un pò ribrezzo. Non vedevo assolutamente nulla ma Diego (Diego Novella, presidente e fondatore insieme a Veronica Castelli di Swimrun Cheers) era accanto a me tranquillizzandomi ad ogni bracciata. “Calma e respira”, mi ripeteva, e a tutt’ oggi questa frase risuona nelle mie orecchie come un mantra. Una volta superata la difficoltà di nuotare in acque libere, il correre con le scarpe bagnate non mi ha causato particolari fastidi…C’è anche da dire che avevo corso la mia prima mezza maratona sotto una pioggia battente quindi era per così dire…una sensazione quasi familiare! Al termine di questa prima esperienza mi sono letteralmente innamorata dello swimrun e della birretta finale come “premio” (un modo di concludere le gare, questo del brindisi tutti insieme, che contraddistingue gli eventi di Swimrun Cheers, N.d.R.) e da quel giorno non ho più smesso!

D. Venivi già da un background sportivo o eri una neofita?

R. Ho sempre praticato sport fin da bambina, e per questo devo ringraziare i miei genitori; a soli tre anni ho messo per la prima volta piede in piscina, per poi continuare con l’ aerobica a livello pre agonistico, poi il tennis, la corsa, il pilates, e chi più ne ha più ne metta…Insomma, ferma proprio non ci so stare!

swimrun raccontato da una donna

D. Come ti sei preparata per la tua prima gara? Hai seguito un programma di allenamento specifico?

R. In vista della mia prima gara, la Swimrun Cheers a Stresa, proprio gli eventi test organizzati da Swimrun Cheers sono stati un valido allenamento per prendere sempre più confidenza con la disciplina, soprattutto per quanto riguarda il nuoto in acque libere  e le salite (che odio profondamente…!). A queste giornate test ho poi affiancato allenamenti combinati di nuoto e corsa durante la settimana, compatibilmente con il lavoro…Per fortuna sono molto mattiniera e questo mi ha permesso di essere costante con gli allenamenti.

swimrun donna

D. Come hai trovato la tua prima gara? Te l’ aspettavi così?

R. Anche se avevo provato in allenamento una parte del percorso di gara in realtà poi, quando sei alla partenza, tutto cambia e ti sembra una novità. Sapevo non sarebbe stata una passeggiata ma così tanta salita ha messo a dura prova non solo le mie gambe ma anche la mia testa. Una cosa che non mi aspettavo affatto, invece, è che una volta finita la gara, ho dimenticato tutta la fatica fatta con un abbraccio.

D. Consiglieresti questo sport anche a chi è alle prime armi con il nuoto?

R. Lungi da me voler scoraggiare qualcuno, ma nuotare in acque libere e, in aggiunta, con l’ uso del pull buoy, delle scarpe e delle palette, è un bel pò diverso che nuotare in piscina. Il mio consiglio, quindi, è di avere almeno una buona base di partenza…Tutto il resto si migliora col tempo e la buona volontà.

D. Quali sono i tuoi obiettivi sportivi per il futuro?

R. Ho diverse gare di swimrun in programma, alcune in Italia e altre all’ estero. L’ unico mio obiettivo è di migliorare sempre di più e continuare a divertirmi.

D. Cosa ti piace di più dello swimrun?

R. Non c’è un’ unica cosa che mi piace dello swimrun, ce ne sono svariate e nessuna trascurabile. Mi piace l’ atmosfera genuina che si crea in gara , mi piace l’ intesa che si crea con il /la proprio/a compagno/a di squadra, lo spirito di adattamento, il contatto con la natura, la possibilità di esplorare posti nuovi, l’ idea di non avere barriere, di non guardare il cronometro e di sfidare solo sé stessi.

Bé direi che Enrica ci ha suggerito dei motivi più che validi per provare lo swimrun! Grazie per aver condiviso la tua esperienza e in bocca al lupo per tutti i tuoi obiettivi  sportivi e non!

swimrun raccontato da una donna

 

 

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