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Intervista a Edith Niederfriniger, la “lady di ferro” del triathlon.

Edith Niederfriniger, la fuoriclasse del triathlon italiano.

Meranese doc, 49 anni, Edith Niederfriniger ha vinto due Ironman (Nizza nel 2006 e Klagenfurt nel 2007) con un personal best di 8:59,45.

La sua carriera da professionista del triathlon corre a cavallo del millennio e dura ben sedici anni: comincia, infatti, nel 1998 e si conclude nel 2014 con l’ ultimo Ironman a Klagenfurt. In mezzo tante, tantissime gare e partecipazioni a competizioni internazionali con piazzamenti strepitosi; arriva due volte tra le prime venti nell’ Ironman delle Hawaii e vince nel 2003 il campionato europeo Long Distance individuale e a squadre.

Nel 2015 è protagonista di un terribile incidente stradale in Sud Africa nel quale perde la vita la sua compagna di squadra e di allenamento Linda Scattolin. Poi, l’ addio al mondo delle competizioni a cui fa seguito l’ esperienza come allenatrice professionista di alto livello. Dal 2009 è a capo di Pro Train, un programma di coaching per atleti di triathlon da lei fondato nel 2009 con il quale organizza anche camp di allenamento.

Edith Niederfriniger

Ho avuto il piacere di poter fare a Edith qualche domanda. Mi ha raccontato della sua carriera e dei traguardi che ha raggiunto, di cosa significa per lei il triathlon, dandomi anche qualche consiglio per chi vuole approciarsi a questo sport. Enjoy!

Ma prima…qualche numero su Edith…

23 Ironman fatti
2 x 1. (Nizza 2006, Klagenfurt 2007)
7 x 2. (Klagenfurt 2003, 2005, Brasile 2004, Sudafrica 2007, 2008, China 2009, Malaysia 2010)
3 x 3. (Klagenfurt 2008, Arizona 2008, Cozumel 2009)
6 x IM Hawaii

Campionessa europea ETU long distance Fredericia 2003
Vice-campionessa mondiale ITU long distance Canberra 2006
2. posto europei ETU long distance Praga 2009
3. posto europei ETU long distance Almere 2006
3. posto euroepi ETU long distance Vitoria-Gasteiz 2010

PB IM 8:59.45 (49.05-5:04.17-3:01.16)
PB Maratona 2:47.38

 

D. Dal 2009 svolgi l’ attività di coaching nel mondo triathlon, cosa ti piace di più nell’ attività di allenatrice? Pensi mai che ti piacerebbe essere al posto di un atleta che sta gareggiando o il lavoro di coach di soddisfa pienamente?

Il lavoro del coach mi soddisfa tanto. Dopo 16 anni da triathleta professionista, allenare è diventata la mia motivazione più grande. Abbinare le conoscenze, le mie esperienze e applicarle a ogni individuo che ho davanti, è uno stimolo enorme. Quando un atleta raggiunge il suo obiettivo personale, la soddisfazione per me è tale quale come se avessi gareggiato io stessa. In questo campo c’è sempre da imparare, imparare dalla scienza, ma anche da ogni atleta che seguo. Non potrei immaginare di fare altro.

D. Quali sono, secondo te, le doti che dovrebbe avere un bravo triathleta?

Un bravo triathleta deve avere pazienza perché i risultati non vengono sempre subito, bisogna dare tempo al fisico di adattarsi al carico. E poi, strada facendo, la crescita non è lineare in quanto allenare tre sport diversi vuol dire raggiungere un plateau in uno sport e crescere in un altro e così via. Solo con il tempo si riesce a mettere insieme i vari pezzi e formare il tutt’uno perfetto.

D. Ho letto un’ intervista al campione di triathlon Ivan Risti che, riferendosi ai triathleti che vengono dal mondo del podismo afferma: ” Voi [podisti, n.d.r.] pensate sempre che “finalmente arriva la corsa”. Ad un Ironman parlavo con un maratoneta dai risultati discreti che mi diceva “nuoterò e pedalerò, ma poi mi riprenderò con la corsa. Sono bravo a correre”.Ha camminato per 40km.Correre dopo nuoto e bici è una cosa completamente diversa dal correre e basta. Il mio consiglio è quello di essere molto umili. Il triathlon è uno sport dalla grande complessità e va affrontato a occhi bassi e spirito umile.” Sei d’accordo con questa affermazione?

Si, sono d’ accordo con Ivan. Succede spesso che degli ottimi corridori nel triathlon non riescano ad esprimere la loro forza in quest’ ultima frazione perché soffrono troppo nelle prime due discipline. Bisogna tenere conto che prima di arrivare alla corsa, si è già gareggiato per diverse ore! L’ affaticamento muscolare, ma anche metabolico, è molto, e non può essere paragonato a una partenza “fresca” di una competizione podistica. Il triathlon è uno sport complesso, bisogna unire le tre parti in un tutt’uno. La tecnica della corsa è diversa, è determinata da quello che già è avvenuto prima.

edith corsa

D. E’ vero che è più “semplice” per chi viene dal nuoto ottenere buoni risultati nel triathlon rispetto a chi nasce come podista?

In parte sì! Sviluppare acquaticità e affinità con l’ acqua, oltre che una buona tecnica, in età adolescente o ancora prima, aiuta parecchio. Soprattutto nel triathlon di alto livello bisogna nuotare molto forte, per uscire dall’ acqua con i primi e poter affrontare la gara sin dall’ inizio nel primo gruppo (nel triathlon olimpico la frazione in bici si svolge con la scia). Il discorso è un po’ diverso per gli amatori, soprattutto nelle lunghe distanze, qui diventa importante poter nuotare con meno dispendio energetico possibile, quindi essere economici in quanto la gara sarà poi ancora molto lunga.

D. Domanda da un milione di dollari: come si trova la forza interiore per non mollare quando durante una gara non ce la si fa più?

E’ sicuramente una forza innata, difficile da imparare. Ma esistono tecniche di automotivazione che possono aiutare. Poi, soprattutto nel triathlon, spesso gli atleti traggono forza interiore anche da chi li sostiene, tengono duro e vogliono arrivare alla fine anche per familiari, amici, ecc,…che li stanno seguendo e incitando.

D. Quanto conta l’ alimentazione per un triathleta di medio livello? Non un campione, diciamo una persona “normale”. E’ così importante seguire un’ alimentazione controllata e fare attenzione a quando mangiare rispetto agli allenamenti?

L’ alimentazione è importante per ogni atleta, elite o amatore che sia. Assumere nutrienti giusti al momento giusto non solo aiuta la performance e il recupero, ma serve anche per un benessere psico-fisico generale. Non sono favorevole a delle diete restrittive, bisogna concedersi anche delle piccole golosità. Diventa invece molto importante abbinare i giusti macronutrienti alle diverse fasi di allenamento per non andare incontro a dei deficit e rischiare infortuni.

D. Nei momenti successivi al terribile incidente che ti ha coinvolto nel 2015 (e che è, purtroppo, costato la vita alla triatleta padovana Laura Scattolin), come hai trovato la forza di reagire? Pensi che lo sport ti abbia aiutato ad andare avanti e che possa essere una sorta di ancora di salvezza per chi si sta trovando ad affrontare un lutto o un momento particolarmente difficile?

Personalmente lo sport mi ha aiutato tanto. Per me è un enorme piacere potermi muovere fuori, all’ aperto e nella natura. E poi sappiamo tutti che fare attività fisica rilascia ormoni che apportano una sensazione di benessere e di “felicità”. E’ anche vero che ognuno è diverso e reagisce a fasi difficili in maniera differente, ma credo che lo sport possa assumere un compito molto importante.

edith corsa 2

D. Sei soddisfatta della tua carriera professionistica o hai qualche rimpianto, qualcosa che non sei riuscita a raggiungere o che non è andato come volevi?

Sono molto soddisfatta della mia carriera. Quando ho iniziato con il triathlon non avrei mai immaginato di poter raggiungere tanto. Ho cominciato perché ero stimolata dalla complessità di questo sport e poi strada facendo si è aggiunto sempre più l’ aspetto agonistico. Quello che però c’era sin dall’ inizio, e c’è tuttora, è la grande passione per questa disciplina.

D. Pensi che nel mondo del triathlon le atlete donne abbiano la considerazione che meritano o ritieni che ci sia ancora un gap da colmare in questo senso (soprattutto in Italia) ?

Nel mondo del triathlon, per certi aspetti, abbiamo raggiunto una buona parità dei sessi (ad esempio, i montepremi sono uguali sia per gli uomini che le donne). Tuttavia, per altri versi c’è ancora tanto da lavorare! Bisogna dare alle donne la giusta visibilità per ispirare ragazze e donne di tutte le età a provarci. Nel mondo elite è importante dare alle donne la possibilità di poter gareggiare a parte, tra di loro, e non integrate nella gara maschile. Sarebbe anche bello, ogni tanto, organizzare solo eventi per donne. Sono sicura che, soprattutto per le principianti, questo sarebbe un grande aiuto a trovare il coraggio a provarci.

D. Come consiglieresti di muoversi a chi vorrebbe avvicinarsi a un triathlon? Ci dai qualche consiglio per i super principianti affascinati da questo bellissimo sport?

Consiglierei a chi volesse iniziare col triathlon, di cercare una squadra per fare i primi passi. Allenarsi e fare esperienze insieme ad altri serve per imparare le basi. Poi, il triathlon stesso farà la sua parte perché è talmente stimolante e regala così tante emozioni che raramente chi ha cominciato può smettere 😀

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